Pantheon a Roma

Il Pantheon a Roma

La guida ai monumenti di Roma, oggi parlerà del Pantheon, uno dei pochi monumenti risalenti all’antica Roma, arrivato fino a noi in ottimo stato e del tutto integro. Il Pantheon sorge su Campo Marzio settentrionale, e come si deduce ovviamente dall’etimologia del nome, (Pan  tutto, Theon  divinità), nasce in origine come tempio dedicato a tutti gli dei. Fu commissionato nel 27-25 a.C. dal comandante Marco Vipsanio Agrippa, che fece costruire il primo Pantheon a Lucio Cocceio Aucto. Distrutto probabilmente in un incendio, l’imperatore Publio Elio Adriano detto Adriano lo fece ricostruire tra il 188-128 d.C. e prese la sua forma definitiva, giunta a noi oggi. Solo nel 609 d.C. l’imperatore Foca donò il tempio a papa Bonifacio IV che consacrò l’edificio e lo trasformò in chiesa. Il Pantheon risale all’età imperiale, quindi tutto quello che si può ammirare, risale all’epoca romana, persino la cupola e la porta centrale di bronzo. Troviamo un porticato, decorato con preziosi marmi policromi, e sulla facciata centrale, da dove si entra, ha ben 16 colonne monolitiche di granito alte 14 metri, che fanno capire allo spettatore tutta la sua maestosità e grandezza, già dall’esterno. Al suo interno, situate in sette nicchie, comprese tra due colonne corinzie, si trovavano le sette divinità collegate al culto dei pianeti, o presunti tali: il Sole, la Luna, Venere, Saturno, Giove, Mercurio e Marte, con la consacrazione alcune di esse vennero usate per la costruzione di piccoli altari e dedicate ai martiri cristiani. Presenta una pianta circolare, ed in alto troviamo la caratteristica della cupola a cassettoni, e la rinomata apertura esattamente al centro della cupola, che crea un effetto luminoso straordinario. All’intero del Pantheon troviamo numerose cappelle ed opere d’arte ma anche diverse tombe: alcuni membri della famiglia dei Savoia ed anche la tomba di Raffaello Sanzio, sepolto qui, per suo espresso desiderio, posta sopra la sua tomba, troviamo la statua “La Madonna del Sasso” fatta da Lorenzo Lotti detto il Lorenzetto nel 1523-24.